Regia di John Ford vedi scheda film
Durante la rivoluzione messicana un prete viene braccato dai militari, tallonato da un informatore di polizia laido e appiccicoso e aiutato da una donna e un rapinatore. Dal solido romanzo di Graham Greene Il potere e la gloria (che nei titoli di testa viene chiamato The labyrinthine ways, cosa che lì per lì mi ha disorientato: poi ho appreso che è il titolo dell’edizione americana) Ford realizza un film statico e con poco pathos, che si solleva soltanto nel finale: una parabola edificante, che tace sulle debolezze della carne (viene solo accennato il fatto che il prete ha avuto un figlio) e in compenso conserva alcune scene secondarie (es. l’acquisto sottobanco della bottiglia di vino per celebrare la messa). Poco memorabile anche l’interpretazione di un Fonda rigido e inespressivo (“si trascina ostentando una sonnolenta santimonia”, secondo l’arguta definizione di Morandini).
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