Regia di Budd Boetticher vedi scheda film
Un film molto bello che va oltre al suo genere, con una regia che si avvale di un attore anche un po’ sottovalutato, ritenuto poco espressivo, ma certamente nel genere è un campione più onorevole.
La storia rientra nel classico racconto della vendetta a cui è legato il genere al novanta per cento, ma è la gestione del film, che lascia solo filtrare lentamente la sua traccia e non spiega in maniera inopportuna il suo progredire. Si arriva al risultato in maniera davvero giusta e con un simbolismo non manierato, ma drammaticamente giustificato. Una regia e sceneggiatura esemplare che riesce ad entrare dalla porta principale fra i capolavori e non solo del genere. Un periodo, quello del western che si affidava molto alla spettacolarizzazione, ed esempi del periodo non mancano, ma qui il resta vuole mantenere i suoi contenuti integri, in un contesto che gli permette di esprimerli e con un attore in cui affida tutta la sua fiducia, certo non è un’ impresa commerciale furba, ma proprio per questo si mette al centro della storia del cinema in controtendenza ed a distanza di anni si, vedono i risultati. Certo è importante la sua collaborazione con Burt Kennedy, con cui fece i suoi migliori film e la scelta del protagonista con una doppia vita, è un’idea vincente che darà ispirazione nel futuro
un protagonista che offre il suo presente, che dipende da un passato trascorso drammaticamente
grazie anche ad un'ottima scenggiatura fa un film da togliersi il cappello
un volto duro coem doveva essere il personaggio
il fruolo della donna, che non è il solito scontato
era agli esordi, ma la sua faccia lo trattiene sempre nella negatività
un personaggio quasi naif, dove si riconosce benissimo l'attore che sarà
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