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Simone e Matteo, un gioco da ragazzi

Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film

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La recensione su Simone e Matteo, un gioco da ragazzi

di Dik
2 stelle

Produzione italo-spagnola per il terzo film della coppia Paul L. Smith (Adam Eden) e Michael Coby (Antonio Cantafora), ovvero i sosia apocrifi di Bud Spencer (Carlo Pedersoli) e Terence Hill (Mario Girotti); qui si tolgono i vestiti da cowboy, dopo aver copiato in maniera indegna i due "Trinità" di Enzo Barboni "Clucher" [in "Carambola" (1974) e "Carambola, filotto... tutti in buca" (1975) entrambi di Ferdinando Baldi] e tornano ai giorni nostri scimmiottando "... altrimenti ci arrabbiamo!" (1974) di Marcello Fondato. Scritta con approssimazione da Sergio Bazzini, questa pellicola, seppur ricalchi l'originale nelle situazioni e meno nella storia, non si discosta dalla squallida operazione di plagio orchestrata, l'anno prima, dalla casa di produzione Aetos e perdurata per un totale di cinque film. Attori molto somiglianti, truccati e vestiti ad arte, stessi doppiatori (Glauco Onorato, storico di Spencer e Pino Locchi di Hill), stessi stuntman e qui, presenti pure gli Oliver Onions (Guido e Maurizio De Angelis) che, per non smentire l'atmosfera farlocca, si firmano Juniper; il tutto per cercare di arraffare almeno le briciole dell'enorme successo della coppia Spencer-Hill. Operazione comunque riuscita, visto che, a fronte di zero idee originali e basso budget, il guadagno è assicurato, anche grazie al mercato estero dove l'operazione di plagio ha raggiunto vette inesplorate, truccando titoli e locandine per generare confusione nello spettatore che, in alcuni casi, si è recato al cinema pensando di vedere la coppia originale (in Germania hanno distrutto una sala cinematografica per questa presa per i fondelli). Carnimeo dirige in modo scontato ed incolore, la sceneggiatura (di Demicheli, Alberti e Giustini) è sfilacciata e con poca logica; tutto davvero mediocre. Peccato, perchè Smith e Coby, un minimo di feeling cominciavano ad averlo, se solo avessero avuto un'anima tutta loro... . I nostri "eroi" torneranno, nell'opera di contraffazione, con "Noi non siamo angeli" (1975) di Gianfranco Parolini e "Il vangelo secondo Simone e Matteo" (1976) di Giuliano Carnimeo.

 

 

Periodo di grande ispirazione la seconda metà degli anni '70 per i fratelli De Angelis, capaci di sfornare a raffica canzoni molto orecchiabili e di sicuro successo; qui, con lo pseudonimo di Juniper, escono con la ottima "On my way", che avrebbe meritato una pellicola di altro spessore.

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