Regia di Michael Hoffman vedi scheda film
L’inarrestabile moda shake-speariana continua a dare frutti; e non poteva non approdare, prima o poi, a quello che, dal 1935, nessuno aveva più osato tentare (a parte le versioni “riscritte” da Bergman e Allen e quella un po’ imbarazzante di Salvatores): ovvero l’adattamento della favola per eccellenza, quel “Sogno di una notte di mezza estate” popolato di fate e folletti, trasformazioni e bisticci d’innamorati, incantesimi ed equivoci. Allora (nel ’35), lo fece un genio del teatro mitteleuropeo, Max Reinhardt, che aveva a disposizione il fasto offerto da Hollywood. Ma allora Hollywood e il cinema sognavano. Oggi, nella nuova versione all-star, tutti si limitano a recitare, bravi, come Kevin Kline, belli, come Michelle Pfeiffer, ironici, come Rupert Everett. Ma nessuno sembra credere più tanto alle magie. Purtroppo.
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