Regia di Jean-Marie Poiré vedi scheda film
Il Conte di Montmirail non può ancora sposarsi: il suo scudiero imbroglione Jean Cojon ha rubato una preziosa reliquia appartenente alla famiglia della fidanzata, lasciandola nel futuro, e così facendo i corridoi del tempo non si sono richiusi correttamente. Il cavaliere è costretto perciò a tornare nel futuro col discendente del suo servitore, che era stato catapultato per sbaglio con lui.
La storia riprende esattamente laddove si era interrotta e, come la maggior parte dei seguiti, anche qui si esagera a vanvera pur di stupire: raddoppiano i viaggi tra passato e presente, i personaggi e gli equivoci, ma la sceneggiatura è meno mordace e più follemente demenziale, e ciò non giova alla trama che in più tratti diventa inutilmente confusa, interrompendosi con l’ennesimo finale aperto e potenzialmente infinito. Sempre valide comunque le prove degli attori riconfermati Jean Reno e Christian Clavier (anche se il cambio di doppiatori non li valorizza pienamente nella versione italiana), mentre stona un po’ la sostituzione della coprotagonista, e l’umorismo diviene ancora più grossolano e scontato.
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