Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Prodotto tipico di un'epoca, L'isola delle svedesi sfrutta gli stereotipi del genere pruriginoso, appena liberato al cinema grazie agli effetti del Sessantotto, mettendo in scena una vicenda che abbina, per l'appunto, la liberazione sessuale con l'affrancamento della donna tout court.
La conclusione del film è, secondo me, sostanzialmente moralistica, perché la donna-donna, provata l'esperienza saffica, sceglie l'amore tradizionale, quello per un uomo che non le ha mai mostrato molto rispetto. Non solo, ma la donna rivale del maschio, accecata dalla gelosia (freudianamente, qualcuno potrebbe dire dalla "invidia del pene"), uccide il l'uomo a schioppettate e viene a sua volta ammazzata dalla donna-donna.
La tesi è discutibile, il film abbastanza noioso e teso a sfruttare i pruriti suscitati dall'idea di partenza e, poi, sarà che mi sono distratto, ma non ho capito perché quella del film sia chiamata l'isola delle svedesi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta