Regia di Gian Luigi Polidoro vedi scheda film
Gian Luigi Polidoro ha rappresentato un caso unico all'interno del cinema italiano; autore non particolarmente prolifico (in totale non licenziò che una dozzina di titoli), ma spesso impegnato in produzioni di medio-alto livello con buoni nomi nel cast, Polidoro rappresentò sempre la deriva 'da cartolina' del genere di volta in volta affrontato. Qui ad esempio si ritrova fra le mani una sceneggiatura (di Antonio Paoletti, nientemeno che Rafael Azcona e dello stesso regista) che si rifà ampiamente ai canoni della commedia pruriginosa (erotica, demenziale, da barzelletta) che in quegli anni imperversava nel cinema nostrano. Polidoro inserisce l'elemento esotico, l'ambientazione a New York, e sceglie di flagellare le usanze sessuali italiche descrivendo le vicende di un emigrato sardo; il risultato non sarà eccellente - anzi, lascia parecchio a desiderare - ma è comunque un minimo più variopinto e spiritoso delle varie macchiette alla Buzzanca, per dire. Maccione ha d'altronde meno verve di Lando, sebbene non manchi di physique du role, e la Tushingham non brilla più di tanto; particine di contorno per Gigi Ballista e Leopoldo Trieste, altri volti indimenticabili. Musiche di Nando De Luca con brano portante che se non plagia, quantomeno cita a piene mani Everybody's talkin' di Harry Nielsson, ovvero il celebre pezzo della colonna sonora di Un uomo da marciapiede (1969). Striminzito, con qualche buona idea portata avanti maluccio. 4/10.
New York. Una ragazza cerca disperatamente marito; un'agenzia matrimoniale le trova un sardo immigrato clandestinamente. Ma le nozze di convenienza non funzionano, almeno inizialmente...
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