Regia di Luis Garcia Berlanga, René Clair, Hervé Bromberger, Alessandro Blasetti vedi scheda film
Quattro raccontini, ad opera di quattro registi di fama, tratti da altrettante fiabe moraliste scritte nel Seicento da Jean De La Fontaine. Attualizzate, le storie non perdono il tono satirico di fondo, ma certo il mordente si affievolisce un bel po' rispetto agli intenti originali dello scrittore francese; a scrivere le sceneggiature si sono messi in parecchi: oltre ai registi sono accreditati Rafael Azcona (presumibilmente con Berlanga), Suso Cecchi D'Amico (Blasetti) e Frederic Grendel (Clair). Quattro lavorucci non imperdibili, certo, ma neppure disprezzabili, in particolare il malinconico primo episodio (Berlanga), che forse avrebbe meritato di fare storia a sè. Nel cast Monica Vitti, Charles Aznavour, Rossano Brazzi, Anna Karina, Gianrico Tedeschi, Michel Serrault, Sylva Koscina, Hardy Kruger. Aznavour firma anche le musiche, insieme a Georges Garvarentz. Nel complesso, pur riconoscendo i limiti dell'operazione commerciale (peraltro tipica solitamente del cinema italiano), è pur sempre una dignitosa commedia a episodi, certo meglio di tante altre produzioni di simile stampo ma realizzate da registi svogliati o visibilmente costretti da esigenze contrattuali (un es. fra i tanti, I tre volti del 1965, Antonioni/Bolognini/Indovina). 5,5/10.
Quattro episodi. Un suonatore ambulante di organetto, vessato dai poliziotti e cacciato a male parole dalla gente, medita il suicidio. Un uomo e una donna rimangono chiusi in un appartamento per due giorni: dall'indifferenza si arriva all'amore. Due soci improbabili in affari: il marito e l'amante della stessa donna. Una donna deve riconquistare in ogni modo il marito infedele.
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