Regia di Marco Bechis vedi scheda film
Una full immersion in uno degli anfratti più bui della storia dell'uomo.Un regime con il suo apparato burocratico tentacolare che,oppresso dalla paura di rivolte popolari, attua scientemente uno sterminio di massa programmato ma non prendendo a caso le sue vittime in minoranze etniche.Stermina tutti coloro che possono essere di intralcio con le loro opere o semplicemente con le loro intelligenze.Un film su una storia che sarebbe meglio dimenticare ma non è possibile farlo:è una piaga infetta che continua a essudare dolore e indignazione.Il film di Bechis (che ha tatuate sulla pelle le vicende di cui parla) è animato da un rigoroso impegno civile affinchè un simile massacro non sia relegato in un trafiletto di un libro di storia.Soprattutto per noi che siamo al di qua dell'oceano.Il suo stile asciutto,rigoroso ricostruisce il clima avvelenato di una nazione svuotata della sua parte migliore,un terrore in cui si scivola quasi senza saperlo,i meandri sotterranei dove i prigionieri vengono torturati sono gironi infernali inquadrati alla luce fioca di vecchie lampadine e tutto questo buio accentua il grigiore e il loro aspetto inquietante.Una radio accesa per nascondere le urla e si procede negli interrogatori usando ogni tipo di brutalità per far confessare chissà che cosa.La storia di Maria la cui unica colpa è quella di insegnare a leggere e a scrivere a poveri disagiati delle periferie degradate è il paradigma della cecità di un regime che colpisce chi ritiene potenzialmente dannoso.E far acquistare consapevolezza alla parte della popolazione più disagiata è colpa grave:molte tirannie si sono storicamente fondate sull'ignoranza del popolo.Bechis evoca l'orrore ma non lo mostra chiaramente:non gli serve.Basta descrivere la banale quotidianità dei carcerieri ,veri e propri burocrati del male che nelle ore di lavoro sono sadici torturatori mentre nelle ore libere sono sereni padri di famiglia come tutti gli altri.E'questo il vero orrore.La morte non è trattata con enfasi,basta far vedere un portellone di un aereo che si apre in volo e far sentire un tonfo sordo per essere ellitticamente colpiti dalla crudeltà di quello che non si è visto.Bechis racconta una pagina oscura e dolorosa per evitare che qualcuno dimentichi e lo fa con uno stile sobrio ed essenziale.Un clima di paura e di sospetto perchè il delatore si poteva nascondere ovunque.Nel film un torturatore afferma che lo sguardo non può mentire:è per questo che l'eloquente sguardo atterrito di Maria è più volte indagato dalla cinepresa,arrivando a essere un simbolo di un orrore sordo e lancinante.Impossibile restare indifferenti davanti al magma di sensazioni che evoca questo film.
regia vigorosa senza cedimenti alla retorica
bravissima
ottimo
parte in secondo piano
vigorosa
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