Regia di Luc Besson vedi scheda film
Kolossal franco-statunitense, realizzato prima della temporanea rottura tra i due paesi, seguita agli attacchi dell'11 settembre 2001, per il rifiuto chiracchiano di intervenire militarmente in Iraq. Realizzato con grandi mezzi e recitato da interpreti di valore (anche Milla Jovovich, dalla silhouette androgina, è fisicamente aderente al personaggio), il film di Besson è deludente da tutti i punti di vista. Le battaglie - pur nella loro spettacolarità - sono raccontate con la stessa ottica inaugurata cent'anni fa, con i duelli tra singoli combattenti, isolati all'interno della mischia, un po' come gli eroi omerici, ma senza un briciolo dell'epica di Omero. Quando, poi, il film potrebbe entrare nel vivo e farsi interessante, con la cattura di Giovanna e il suo processo per eresia (la scusa per poter mandare a morte un prigioniero di guerra), Besson diventa improvvisamente frettoloso e lascia cadere di colpo il dramma umano di una ragazza di diciannove anni e i giochi sporchi della politica, mascherando l'uno con un personaggio fittizio interpretato da Dustin Hoffman (ormai cavolo buono per tutte le merende) e gli altri con un breve intervento a bagnomaria dell'infingardo re Carlo VII (Malkovich) e una comparsata del re borgognone, che vende Giovanna agli Inglesi. Resta, all'attivo, la condanna dell'ipocrisia della Chiesa Cattolica, la quale si lava la coscienza addossando agli Inglesi stessi la responsabilità del rogo, ma un approccio penosamente new age, ribadito dall'orripilante sigla finale, pone il sigillo su un'opera ambiziosa, ma penosamente non riuscita.
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