Regia di Jonathan Hensleigh vedi scheda film
AL CINEMA
Un crollo improvviso, a prima vista accidentale, mette a repentaglio la vita di un folto gruppo di minatori presso una miniera di diamanti nel nord del Canada.
Per tentare di salvarli, i titolari del sito richiedono di far sopraggiungere presso quell'impervio luogo una testa di pozzo lunga e pesante, in grado di collegare la parete di uscita ostruita con la sacca che ospita i superstiti.
Un uomo coraggioso, appena licenziato a causa del comportamento un po' fuori dagli schemi del problematico fratello, ed altri due camionisti tra cui una donna sorella di uno degli uomini imprigionati, accetta l'oneroso incarico di far sopraggiungere il materiale sino alla miniera, attraversando una strada in gran parte ghiacciata che attraversa un lago che, a causa dell'inizio della primavera, sta cominciando a sfaldarsi, rendendo tutto più pericoloso.
La situazione si complica oltre il dovuto a causa del fatto che i gestori della miniera non sono affatto estranei alla disgrazia, e, sicuri che i soccorritori verranno affossati dai pericoli insidiosi del viaggio, fanno in modo che nessun sopravvissuto eventuale possa citarli per eventuali responsabilità inerenti la presunta disgrazia.
Anche in questo caso i cattivi non hanno fatto i conti con Liam Neeson, un grande da decenni, e non solo quanto a dimensioni corporali, che lo vedono rispondere ad una altezza pari a 193 cm.
Neeson è l'eroe per caso per eccellenza da oltre trent'anni e, giunto alla soglia delle 70 primavere, che mai e poi mai dimostra, diventa la ragion d'essere dei molti Blockbuster concepiti a propria immagine e somiglianza, un po' come succedeva tra gli '80 e i '90 con Stallone e Swarzenegger.
La storia pare via via che si sviluppa, e lo confermano poi le note di produzione, liberamente ispirata al romanzo Il salario della paura e al celeberrimo film Vite vendute di Henri-Georges Clouzot, discostandosi da essa per un capovolgimento di location che ci portano dalla rovente America Centrale desertica, alle lande ghiacciate del Canada.
Conviene poi dimenticarsi più in fretta possibile di ogni altro aspetto inerente il capolavoro di Clouzot, e perdersi nella consuetezza e scontatezza un po' triviale ma efficace del film del regista statunitense senza infamia né lode Jonathan Hensleigh, che vede il nostro buon Neeson impegnato ed inarrendevole, fino ad assicurarsi un risultato finale che gli rende onore e meritato premio.
Certo la vicenda è proprio una storiella esile, ed i cattivi davvero risibili, così come frettolosa e quasi comica risulta tutta la parte velocissima del salvataggio finale.
A salvarsi, oltre al nobile Neeson, sono gli scenari fantastici quanto perigliosi che finiscono per accaparrarsi tutta la presenza scenica del film, un action come tanti verso cui è sin troppo facile atteggiarsi a sdegnati spettatori dal palato fino.
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