Regia di Francesco Nuti vedi scheda film
Povero Nuti. E' ingiusto sparare a zero su un autore ed attore (regista non è certamente la parola migliore per ricordarlo) tanto talentuoso e tanto sfortunato? Qui si vuole semplicemente constatare ciò che è Io amo Andrea: una porcata di proporzioni colossali. La storia di un triangolo impossibile, in cui due lesbiche cedono immediatamente all'irresistibile Nuti, fascinoso come i cani che cura nel suo ambulatorio di veterinario, ed al centro della scena come una specie di Marlon Brando bolso e stanco. Purtroppo si tratta di un film scritto male, diretto peggio e con un finale disastroso in cui viene pressochè negata la dignità dell'omosessualità (certo non volontariamente, ma tant'è). Un errore madornale, una sequela di carrellate sconfinate quanto dispersive e macchinose quanto inutili, la storia già vista mille volte di un triangolo amoroso con ovvio lieto fine e dialoghi verbosi e saccenti che propinano banalità e luoghi comuni a raffica. Da dimenticare. Almeno la Neri è brava.
Lui, lei e l'altra; il più classico dei triangoli sentimentali. Lui è un quarantenne veterinario benestante e le due ragazze sono lesbiche che stanno assieme: come potranno resistergli? Con la prima l'uomo ha un flirt, la seconda invece se la sposa e ci fa un figlio subito.
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