Regia di Antonio Raccioppi vedi scheda film
Il semi-anonimo mestierante Racioppi scrive e dirige, da una sua commedia teatrale intitolata Roma baffuta, questo Mio padre monsignore, usufruendo di un budget medio-alto: già scorrendo i nomi del cast si intuisce lo sforzo produttivo, finalizzato nella coppia di protagonisti Capolicchio-Giannini, circondati inoltre da volti come quelli di Barbara Bach (moglie di Ringo Starr), Gastone Moschin, Marisa Merlini, Minnie Minoprio e Rosalba Neri. In fase di sceneggiatura il regista è coadiuvato da Gino Capone, non un nome eccellente; e il risultato finale in effetti lascia un po' a desiderare, somigliando più a una farsetta scombiccherata e realizzata frettolosamente che al quadro di un'epoca della Storia nazionale in cui le apparenti diversità fra italiani provenienti da zone geograficamente distanti venivano colmate da un sentire comune, dal desiderio e dallo spirito della finalmente concretizzata Patria. Ecco, dal punto di vista dei contenuti questa commediola latita, sebbene le idee di base potevano suggerire molto; comunque sia non si tratta di un lavoro del tutto tirato via e, anche grazie al buon mestiere dei protagonisti, la visione scorre senza grossi intoppi verso la (consolante) conclusione. Carina anche l'idea di intervallare l'azione con didascalie in romanesco; musiche non troppo vivaci di Franco Bixio, pronipote, curiosamente, del Nino risorgimentale. 4/10.
Storia di un'amicizia molto particolare: nel 1870, durante la conquista della Roma papalina da parte delle truppe provenienti dal nord, un soldato piemontese e un romano si ritrovano accomunati dall'illustre paternità (non riconosciuta per entrambi): il primo è figlio del re, il secondo di un vescovo.
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