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Son tornate a fiorire le rose

Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film

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La recensione su Son tornate a fiorire le rose

di undying
6 stelle

Nobile e riuscita commedia italiana, realizzata da un buon regista e attori di classe...

 

Garbato sequel di Amore mio non farmi male, questa volta però sviluppato al contrario: se nel primo film la storia era vista dalla parte degli adolescenti (la Fani e Chevalier) adesso lo stesso tema -ovvero della sessualità- è affrontato sull'altro lato: durante la crisi dei genitori destinati a diventare "anche" nonni.

 

locandina

Son tornate a fiorire le rose (1975): locandina

 

Son tornate a fiorire le rose, grazie all'ottimo cast ripreso in pieno  dal film precedente  (oltre al buon caratterista Enzo Robutti è da citare anche Leopoldo Trieste in un sostanzioso ruolo) scorre piacevolmente facendo sorridere con un po' di amarezza visto il melodramma che sta (in maniera quasi impercettibile) sempre sullo sfondo: anche con l'avanzare della età non bisogna mai lasciarsi andare, ma anzi vedere il lato positivo che l'esperienza aggiunge al vissuto personale. 

 

Walter Chiari

Son tornate a fiorire le rose (1975): Walter Chiari

 

Valida, come sempre, l'ispirata regia di Sindoni che qui -caso unico più che raro- ha la bella intuizione di inserire titoli di testa con immagini (come testimoni di un matrimonio) comprensive di tutto il cast tecnico/artistico. Nulla da dire sulla superba performance degli attori, con un Walter Chiari mattattore (esilarante lo sketch sui "tre diversi modi di affogare") ben sorretto dal grande Salce e dalle indimenticabili Macha Meril (quello stesso anno anche sul set di Profondo rosso in tutt'altri panni: quelli della medium) e Valentina Cortese.

Comparsata per Cinzia Monreale (poi protagonista nel terzo capitolo Per amore di Cesarina) e (quasi subliminale) di Daniela Poggi.

 

Walter Chiari

Son tornate a fiorire le rose (1975): Walter Chiari

 

Curiosità: a testimonianza del livello "alto" cui -senza pretese- la sceneggiatura tende basterà citare il poetico finale, che risalta sulle parole di Lorenzo il Magnifico, pronunciate con sentita illuminazione dalla Cortese:

"Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non v'è certezza!"

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