Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
L'unica cosa gradevole di questo film è Julie Deply, perché il resto è indigesto. La sceneggiatura della moglie di Tavernier si sforza di dipingere un Medioevo più cupo e disumano possibile, facendo uso anche degli stereotipi in merito del femminismo. Mi riferisco alla frase (e alla supposta credenza) "Le donne non hanno un'anima", in base alla quale viene abbandonato il cadavere di una neonata insepolto sulla neve, come se fosse un animale. E poi le arringhe del prete per la sottomissione della ragazza al padre incestuoso. Ma è tutto il film ad essere impostato in questo senso, e il titolo italiano calca ancor più la mano sullo stesso punto.
Alcune scene sono quasi insostenibili: ad esempio il padre che viene a prelevare la figlia per violentarsela, e il fratello che prende a calci la sorella sul grembo, su richiesta di lei, dove c'è colui o colei che ha concepito col padre... Inoltre l'uccidere una persona viene preso molto alla leggera da tutti, e c'è pure pericolo di essere avvelenati anche dalla propria madre. Un mondo mostruoso.
La sceneggiatura è così preoccupata di picchiare duro sul Medioevo e sul cristianesimo, con annessa storpiatura perversa dei comandamenti, che dimentica di prestare attenzione al racconto, che infatti è confuso e discontinuo. Il regista si presta purtroppo al gioco della moglie; si vede la sua bravura e la sua mano solo nelle riprese e nelle inquadrature, ma è troppo poco. E dire che qualche anno prima aveva girato il bellissimo "Una domenica in campagna", un film che sembra fatto da un altro.
La colonna sonora è sgradevole come tutto il resto. Ho retto a stento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta