Regia di John McTiernan vedi scheda film
Leggendo il libro di Michael Crichton “Eaters of the Dead” (in italiano “Mangiatori di morte”) da cui John McTiernan e lo stesso Crichton (produttore) hanno tratto “Il 13° guerriero”, sembra di scorgere in calce ad ogni pagina questa specie di monito: solo John Milius potrebbe osare la trasposizione di un simile racconto. Purtroppo non è andata così, e il risultato si vede. McTiernan è un abile specialista di cinema d’azione ma pare che sul set si sia duramente scontrato con il romanziere-produttore, vanificando la resa spettacolare di una sceneggiatura interessante. Nel film il bell’Antonio è un ambasciatore arabo reclutato dai normanni per combattere una legione di demoniaci guerrieri. Secondo la profezia di una megera vichinga, proprio il moro può condurre i nordici senza paura verso la vittoria finale. Battaglie, duelli, cavalcate e il clangore dell’acciaio scacciano effettivamente la noia, ma l’epica resta un’altra cosa. Soffocato da una confezione hollywoodiana de luxe e da un’estetica “del fango” di maniera, “Il 13° guerriero” non trova mai la strada che porta al cuore barbaro del cinema. Un po’ di divertimento qua e là, ma pochissima emozione.
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