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Vacanze sulla neve

Regia di Mariano Laurenti vedi scheda film

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La recensione su Vacanze sulla neve

di mm40
2 stelle

Courmayeur, settimana bianca in un albergo di lusso per una variopinta umanità: ci sono l'inflessibile direttore, il cantante di pianobar diviso fra la fidanzata e un'attraente fiamma di gioventù, il tuttofare pasticcione, la sedicente contessa con segretaria al seguito, l'aitante maestro di sci...

 

Breve, ma densa di soddisfazioni, la carriera cinematografica di Attilio Fontana: basti pensare che in questo film, il suo primo e terzultimo in qualità di attore per il grande schermo, deve limonare con Laura Chiatti e Alessia Merz. Non contemporaneamente, purtroppo per lui, ma comunque non male, per essere un esordio; il Nostro in seguito ripiegherà sul piccolo schermo prendendo parte a qualche fiction e serie tv. Ma di chi stiamo parlando? Ebbene, il Fontana era all'epoca noto per aver fatto parte del complesso Ragazzi italiani, uno dei primi esempi di boy band nostrana; sgraziato come interprete eppure piacente, in questa pellicola trova la sua collocazione perfetta: pianobar-Casanova in un albergo di montagna. E chi meglio dell'imponente figura di Aldo Ralli potrebbe dirigere la struttura? E chi meglio del buffo, sguaiato Antonio Allocca potrebbe essere il tuttofare pasticcione? Allo stesso modo ecco Marisa Merlini che fa la sedicente contessa danarosa, in realtà cafona e squattrinata; Lorenzo Flaherty nei panni del belloccio di turno e l'immancabile, immortale Guido Nicheli, 'cumenda' tutto paroloni e presunzione. Il vero, unico pregio di Vacanze sulla neve è stato appena citato: il cast, per lo più composto da buonissimi caratteristi o da volti comunque perfettamente in parte, cosa che lascia immaginare una scrittura del copione (Daniele Stroppa e Rosanna Coggiola) già improntata sugli interpreti effettivi. Per il resto non c'è nulla di nulla da vedere: situazioni banali, dialoghi tirati via, intrecci prevedibili e risate a denti tanto stretti che paiono piuttosto sigillati. Per essere il 1999, però, bisogna constatare che solamente l'idea di mettere in scena un lavoro del genere, più commedia scollacciata che cinepanettone, è comunque coraggiosa; non è certo un caso se dietro la macchina da presa troviamo uno dei massimi rappresentanti della commedia sexy anni Settanta (e primi Ottanta), cioè Mariano Laurenti. Per lui si tratta dell'ultima regia insieme al coevo Pazzo d'amore, dal cast in larga parte identico. 2,5/10.

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