Regia di Edoardo Leo vedi scheda film
Dopo dieci anni di convivenza nel lussuoso loft in pieno centro a Roma, oltretutto forzata dal lockdown del 2020, Zoe (Nieto) e Tommaso (Leo) sono in crisi. Lei, spagnola, è la manager di una società che progetta videogiochi, lui uno scrittore in cerca del finale del suo ultimo romanzo e che, a insaputa di lei, cura anche una rubrica per cuori infranti. Ed è da una delle tante lettere che arrivano alla redazione che viene a sapere che Zoe intende lasciarlo. Sicché, nell'anonimato di uno pseudonimo, inizia con Zoe una corrispondenza per capire cosa la donna davvero vorrebbe da lui.
Ridotto al minimo il registro da commedia dei film precedenti (Noi e la Giulia, Che vuoi che sia), Edoardo Leo racconta la difficoltà di separarsi aggiornando le sue coppie (oltre a quella protagonista, c'è anche quella Gerini-Fresi, due loro amici che interpretano la sindaca di Roma e un insegnante di liceo) al ribaltamento di ruoli: donne in carriera e maschi fragili e coccoloni. Se il plot narrativo funziona discretamente, nonostante la scheletrica Nieto e la bistratisissima Gerini siano perennemente sopra le righe, convince assai meno la scelta di una Roma che sembra uscita costantemente da un dépliant della pro loco (manca solo la fontana di Trevi), nonché l'abuso nella rappresentazione della upper class: come se il nostro cinema avesse quasi completamente dimenticato l'esistenza della classe media.
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