Regia di David Cronenberg vedi scheda film
È un gioco, un gioco del quale non si conosce lo scopo finché non lo si gioca, un gioco nel quale assumi un carattere che ti fa fare e dire cose che mai faresti o diresti nella vita reale, far l’amore con una donna che prima ti metteva soggezione, divorare un mutante cucinato in umido al quale ti eri affezionato, uccidere gratuitamente un cameriere cinese o un vecchio maestro perché, tanto, sono solo altri personaggi del gioco. Non sono reali. Ma forse non lo sei nemmeno tu nel momento in cui credi di esserlo ridiventato. E forse tutte le realtà successive alle quali ti sembra finalmente di risvegliarti sono invece caselle del percorso nel quale ti sei tuffato nel momento in cui hai aperto la “bio-porta”, una porta nel tuo corpo che ti collega con un cordone ombelicale alle porte altrui, una porta fatta della materia di cui sono fatti i sogni. E gli incubi. “eXistenZ”, che dà il titolo al nuovo film di Cronenberg, è un gioco di simulazione vissuto dal vivo, in uno stato a mezza strada tra la trance e il sogno, in un tempo a mezza strada tra il nostro e un futuro indeterminato. Come in “Crash”, siamo in una terra di nessuno, perfettamente riconoscibile, ma un gradino più in là della percezione quotidiana; una terra acquattata tra le pieghe del tempo, dello spazio e della coscienza. Tutti giocano, in un incastro di scatole cinesi sempre più vertiginoso, e trascinano lo spettatore in un’identica sensazione di indeterminatezza. Fuori e dentro il film (il mondo di “eXistenZ”, a un certo punto, è descritto con termini specificamente cinematografici: dissolvenze, stacchi lenti, salti bruschi), fuori e dentro le realtà confinanti che rimandano ai mondi paralleli di Philip Dick, all’arte stessa della narrazione (la prima ispirazione è nata dalla storia di Salman Rushdie, costretto a nascondersi per la condanna a morte emessa dai fondamentalisti islamici). Alla fine resta il dubbio: non tanto se siamo ancora nel gioco, quanto, come risponde il protagonista alla domanda «Cosa ti sembra della vita reale, per la quale sei tornato indietro?»: «Mi sembra completamente irreale».
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