Regia di George Gallo vedi scheda film
La domanda che sorge spontanea è: perché lo fanno? Sono ludopatici? Hanno debiti con la mafia thailandese? Vengono ricattati da qualcuno? Devono pagare somme stratosferiche alle loro ex mogli? Non si capisce altrimenti perché talenti ciclopici come Robert De Niro, Tommy Lee Jones e Morgan Freeman si mettano al servizio di film tanto lillipuziani. Come se non bastasse, il dubbio viene moltiplicato dal fatto che quando il cinema racconta sé stesso, spesso significa che chi scrive è a corto di idee.
Nella fattispecie, Max Barber (De Niro) è un produttore di Hollywoodiano di B-movies. Dopo l’ennesimo insuccesso commerciale, ha contratto un debito sempre più ingente con un malavitoso locale (Freeman). Escludendo di saldare il debito tramite la vendita di una preziosissima sceneggiatura, Max decide di ingaggiare Duke Montana (Jones), ex star del cinema con aspirazioni suicide, facendogli girare scene pericolosissime, in modo che se l’uomo dovesse morire, lui intascherebbe una cospicua assicurazione. Ma le cose vanno diversamente dal previsto.
I tre divi di Hollywood recitano col pilota automatico, a servizio di qualche scena divertente girata comunque con somma approssimazione, a ricalco di un film di Harry Hurwitz che sembra la copia sbiaditissima di The Disaster Artist e con un titolo che non si sa se sia peggio quello in italiano o quello in inglese (Il sentiero del ritorno). Attenzione a non perdervi il finto trailer di Killer nuns (Suore assassine), alla fine degli interminabili titoli di coda.
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