Regia di Bertrand Tavernier vedi scheda film
Ahi Ahi, ci tradisce anche Tavernier. Innovatore di temi e tecniche cinematografiche (basti pensare a "Legge 627", del 1992), magistrale direttore d'attori, bravissimo a scegliere i collaboratori, qui tenta la strada del film immerso profondamente nella realtà, mescolando attori a persone "reali" e traendo la sceneggiatura dalla vera esperienza di suo genero, insegnante di scuola materna. Però, tra la carta e la pellicola c'è di mezzo il mare, e se molte delle situazioni descritte sembrano prese dal vero, non convince proprio la figura del protagonista, novello cavaliere senza macchia e senza paura dell'innovazione pedagogica, quasi fosse una rediviva Maria Montessori in blue jeans. Intorno a lui ruotano una maestra più brava dell'altra, bidelle e cuoche di infinita disponibilità, mentre i cattivi sono i servizi sociali (esclusa la bella Samia) e gli ispettori scolastici, capeggiati dal sindaco comunista. Per non parlare, poi, del fantomatico Ufficio Contenzioso, che assume i contorni di una vera e propria Spectre post litteram. Sia lode alle intenzioni, ma qui Tavernier, per eccesso di zelo, s'imbroda parecchio.
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