Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Chi fa mestieri come infermieri,medici,pompieri,e perchè no, anche quelli della polizia stradale, con impegno e serietà merita qualcosa in più del normale e dovuto rispetto per tutti quegli altri che lavorano:perchè nel preventivo della loro giornata quotidiana è probabile confrontarsi con la morte di un altro essere umano, con il dolore di chi ha perso una persona, con la tragedia che deve scorrere via sulla pelle per poter esercitare con la imprescindibile "neutralità" quello che a me come a moltitudini di persone riuscirebbe assai difficile fare. Martin Scorsese girò un film che esula piuttosto dalla sua filmografia per le tematiche scelte, mettendo in scena la disgregazione sia mentale che spirituale dell'infermiere Nicolas Cage che non riesce più a sopprimere i ricordi delle persone trovate morte in incidenti o altre disgrazie,dovendo fare i conti anche (o il tutto accade per via di questo?) con una crisi di coppia che gli farebbe perdere la compagna Patricia Arquette: i suoi dubbi e tormenti via via li confronta con tre diversi approcci a quel tipo di vita che si è scelto, Ving Rhames, Tom Sizemore e John Goodman. La questione è importante, il problema è che il film soffre una sceneggiatura dispersiva, episodica, non abbastanza fluida da tramutarsi in storia vera e propria, e se i comprimari fanno buona figura,così non è per Cage,che offre un'inebetita smorfia di contrizione per tutto il film, con un personaggio che percorre un personale calvario senza porre reazione al malessere che lo divora. Non uno dei lavori più riusciti di Martin Scorsese, non lascia la voglia di rivederlo di nuovo.
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