Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Un paramedico è distrutto dal proprio lavoro, tanto che comincia a sentire le voci di pazienti morti o comatosi. Mostra senza troppi filtri lo stato di abbattimento che chi lavora in ambito sanitario prova a più riprese: la sensazione di essere inutile e di lottare contro un nemico invisibile che inesorabilmente tornerà a dar battaglia, un rapporto abitudinario con la morte, la voglia di cambiare vita (pur rendendosi conto di non saper fare altro) e problemi personali d'ogni genere (rapporti che finiscono, difficoltà a dormire, abuso di alcol per anestetizzarsi). Butta anche sul tavolo una presa di posizione contro l'accanimento terapeutico, tema sempre attuale, che ho molto apprezzato. Tutto questo però risulta abbastanza strangolato dai classici feticci della coppia Scorsese/Schrader (le crisi mistiche, il degrado urbano, le nicchie antropologiche newyorkesi, l'abuso di droga), qui mostrati senza particolari novità e con personaggi fin troppo caricaturali (e forse anche interpretati da attori non proprio all'altezza). Il risultato è apprezzabile ma un po' confusionario.
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