Regia di Rand Ravich vedi scheda film
Deludente thriller galattico che nulla lascia all’immaginazione Era probabilmente dai tempi fastosi della caduta libera di Mickey Rourke nel cinema soft-kitsch che non si vedeva un film così brutto: trionfalmente banale (tutto è previsto e prevedibile dalla prima all’ultima inquadratura, non c’è un attimo di sorpresa, ogni incidente, morte o rivelazione arriva esattamente quando ve l’aspettate), girato con una voluttuosa ridondanza (carrelli in avanti, dolly verso l’alto, quei gemelli nella pancia della mamma che è impossibile mostrare se non si è von Trier, la scena d’amore con rivelazione del trauma “galattico”, Charlize incinta che balla e mangia la panna), recitato con imbarazzante (ma non imbarazzato) dilettantismo. Charlize Theron ha, purtroppo, più di una scena madre, in primo e primissimo piano, dove tenta di riproporre l’agghiacciata Rosemary di Mia Farrow, ma riesce solo ad assomigliare a una Barbie strapazzata. E Johnny Depp fa il tenebroso/misterioso. Risultato: un’unica espressione (tenebrosa) per 109 minuti. Quanto al regista, l’esordiente Rand Ravich, non si sa se il suo modello sia Zalman King o Adrian Lyne, anche se verso la fine arrischia un piglio duro e inacidito alla Abel Ferrara. Tanto laccato da non ambire nemmeno al trash. E.M
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