Regia di Rand Ravich vedi scheda film
Pellicola tra le più criticate sia dalla critica ufficiale che da quella proveniente dagli spettatori comuni (basta vedere anche i commenti qui “pubblicati”) che giudicano “Astronaut’s wife” (alias “La Moglie dell’Astronauta”) un film spazzatura. Sinceramente queste posizioni mi sembrano assai eccessive, pur riconoscendo che l’opera presenta dei limiti marcati. In primo luogo la sceneggiatura (firmata dallo stesso regista) (voto: 5) è una palese scopiazzatura di “Rosemary’s Baby” tanto che sembra quasi di assistere ad un remake con il solo avvicendamento tra il diavolo e l’alieno. Per tale motivo lo script non può definirsi sufficiente anche se Ravich evita buchi narrativi e scene futili all’obiettivo finale. Unica incongruenza sta nel fatto che l’alieno si preoccupa solo di generare due figli gemelli dalla moglie dell’astronauta al quale ha rubato l’aspetto fisico e non di riprodursi più volte e con donne diverse (cosa che avrebbe incrementato le possibilità di successo della sua missione). Benino il finale che si discosta dai tradizionali prodotti hollywoodiani (non c’è la classica fine in cui si debella il male). Un secondo difetto è da individuare nella lentezza del ritmo dovuta più alla sceneggiatura che alla regia (voto 7) di Ravich. Quest’ultima, infatti, si rivela comunque discreta (la sequenza migliore è quella in cui la Theron corre impaurita nei corridoi rimasti al buio).
Le interpretazioni sono più che buone (non capisco perché siano state tanto criticate) e costituiscano uno dei pochi punti di forza dell’opera. Poco indovinato il look dato alla Theron sia perché copia quello di Mia Farrow in “Rosemary’s Baby”, sia perché peggiora notevolmente la bellezza dell’attrice (basta confrontarla con l’ultima scena). Fotografia (voto: 7) patinata, colonna sonora (voto: 5) apatica. In definitiva un’opera di cui non se ne sentiva il bisogno, ma cmq tecnicamente sufficiente e ben presentata. Peccato per l’assenza di originalità. Voto: 6=
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