Regia di Lino D'Angiò, Alan De Luca, Stefano Bambini vedi scheda film
Vincenzo e Michele sono due napoletani che vivono a Milano nello stesso stabile: il primo, esperto di computer, vive con struggimento il conflitto tra le origini napoletane e l’adesione ad un modello di vita meneghino, l’altro, cantante di night fallito, non riesce proprio ad integrarsi. Si ritroveranno a Napoli per le imperscrutabili leggi del destino, che farà nascere tra loro una forte amicizia e solidarietà. Già dai titoli di testa è un film che intimorisce: tre registi e ben sette sceneggiatori. Il dubbio s’insinua nel critico: che si tratti di un film di scrittura? Errore! La scrittura è debole, incerta; si avverte, è vero, il tentativo di imbastire una tessitura che mescoli la commedia ad una certa suspense, creata da una torbida storia che sembra di malaffare, ma in fondo si tratta solo di un film d’attori. Gran parte del cast che, a partire dai due protagonisti Lino D’Angiò e Alan De Luca, è in grado di arricchire, con felici sfumature e una grande naturalezza che ricordano – fatte le debite proporzioni – il “Ricomincio da tre” di troisiana memoria, una sceneggiatura che non trova di meglio che far ripetere a Christiane Filangieri le battute dei suoi spot ferroviari per la Tim.
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