Regia di Ottavio Alessi vedi scheda film
Una spruzzata di Russ Meyer (belle donne, lusso, vita sfrenata e gaudente, personaggi di un'aggressività immotivata e sprezzante) su una storiella francamente banale ed indecisa perennemente fra noir ed erotismo, fra comicità (la figura del bruto pastore è già dentro alla commedia scollacciata prossima ventura) e dramma, elemento che si consuma per lo più nella parte finale. La costruzione dei caratteri è approssimativa: non basta la dichiarazione conclusiva del ragazzo ('Io li odio, li odio tutti'), sorta di mantra della colpevolezza e della follia, a creare una dimensione psicologica del personaggio, così come le personalità delle altre figure rimangono sempre in ombra, preferendo il regista puntare sull'azione e soprattutto sul sesso, in realtà più evocato che celebrato concretamente. Anche la scena del rapporto a tre fra la Fenech, la Thulin (nessuna parentela con Ingrid) e la Neri - forse perchè le copie oggi in circolazione sono comunque tagliate rispetto all'originale - pare piuttosto 'casta', quantomeno alla luce di quanto il cinema italiano sta per fare nei successivi anni. Sceneggiatura del regista e di Lorenzo Ricciardi, basso budget (pochi interpreti, prevalenza dell'azione su una barca) e altrettanto ridotto il risultato. 1,5/10.
Uno yacht con tre belle donne ed un uomo arriva su un'isoletta semideserta. Gli unici abitanti sono due pastorelli, lui e lei, che vengono invitati sulla barca. Qui però il taciturno figlio di una delle donne, finora rimasto nell'ombra, svela i suoi istinti omicidi...
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