Regia di Charlie Kaufman vedi scheda film
Colto, imprevedibile, poetico. Un film magico e ostico.
Un film tecnicamente perfetto: imprevedibile dal primo all’ultimo minuto. Recitato a meraviglia, diretto con grande maestria, dialoghi fitti, riferimenti colti, citazione letterarie. Un mix non facile che si trasforma a partire da un incipit ridotto all’osso (il viaggio di una giovane coppia sotto una tormenta di neve) ma che gradualmente irrompe nelle nostre coscienze fino a sovrapporre i piani del terreno e dell’extra terreno. Potrebbe risultare un inganno ma, se non ci si ferma ad una visione superficiale, il film alla fine vi saprà regalare tanta poesia che forse è il vero senso dell’esistenza, il resto è troppo vacuo. Un film che ci strattona violentemente, che squarcia i meandri dei sensi di colpa, che ci inchioda nelle nostre frustrazioni, che ci proietta nell’inconcludenza delle nostre esistenze. Una visione difficile, ma ne vale davvero la pena. Le citazioni di Wallace, morto suicida, sono paradigmatiche del senso di questo film.
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