Regia di Alberto Sironi, Luca Zingaretti vedi scheda film
E fu così che "Montalbano" divenne "Un posto al sole"...
Lost all'italiana (leggasi: "se questo è un finale allora Kim Kardashian è un eminente filosofa").
Premetto che dei romanzi all’origine ho letto solo il primo della serie, dunque non so se sia riscontrabile anche “dall’altra parte”, ma senza dubbio per quanto concerne la trasposizione televisiva è ormai da qualche anno che si va sempre più in digradare dal punto di vista qualitativo (nonostante non si sia mai arrivati alle “bassezze” di altri sceneggiati). Episodi come Il sorriso di Angelica (giusto per citarne uno) già davano "ai tempi" benissimo l’idea d’un lento decadimento, tuttavia mai, mai, s’era giunti a livelli così miseri nonché miserrimi. Il commissario Montalbano s’è tramutato quasi subitaneamente in una sorta di “spin-off” di Un posto al sole (per non dire di Beautiful).
In una soap opera a tutto tondo (genere che forse molto meglio s’attaglia al pubblico medio di RAI 1) nei meandri della quale han finito per smarrirsi irrimediabilmente non solo tutti i vecchi caratteri distintivi ma pure qualsivoglia genere d’attenzione per la qualità. La regia è incerta (a causa supponiamo della scomparsa di Sironi) e la sceneggiatura un pastrocchio indigeribile (a causa supponiamo, in questo caso, della scomparsa di Camilleri). Come conseguenza la recitazione dei protagonisti par molto più svogliata che in passato e quella dei comprimari per converso eccessivamente teatrale ed esasperata (la vera nota dolente rimane in ogni caso Greta Scarano, non molto convincente [eufemismo…] nella parte della “rubacuori”).
E lo svolgimento della storia sfiora il demenziale. Non v’è quasi alcuna logica e di sicuro alcuna reale emozione. Il giallo non conta praticamente nulla, mentre la “vampata” amorosa (di marzo) da teen dramedy pomeridiana di Canale 5 che fagocita ogni coerenza fa venir voglia di tirare il telecomando contro lo schermo. Tutto accade in quattro e quattr’otto (peraltro, sulla scena del crimine) senza il minimo barlume di credibilità e a seguito d’uno degli scambi di battute più cretini, agghiaccianti e “deficienti” della storia (“Era un usuraio”, “Come lo sai?”, “Io so tutto”… Ahn beh, hai capito l’amico… e poi giù di brutto che manco ‘na coppia de adolescenti in calore…).
[Bizzarre associazioni con il sentimento crescente dello spettatore ammorbato...]
In diversi hanno avuto da ridire in merito alla scena con Livia, ma una volta arrivati a quel momento l’interesse e le aspettative (visto l'ormai acclarato disastro dell’insieme) erano già a tal punto rasoterra che gli sceneggiatori avrebbero anche potuto decidere di far spuntare da dietro l’angolo Dan Bilzerian con una schiera di modelle seminude che l’effetto non sarebbe cambiato. Tanto ormai s’era già dalle parti del totale nonsense.
Bah. Adesso “girano” pure voci che a questo “Il metodo Camenefutte” potrebbe in effetti far seguito almeno un altro episodio “veramente” conclusivo. Le possibilità sono due: se viene prodotto per correggere la rotta ed approdare appunto ad un finale decente ben venga; ma se l’intento è quello di procedere su questa china meglio piuttosto dichiarare il decesso fisico e cerebrale e piantarla con questo accanimento terapeutico sui personaggi. Un simile sedicente finale rimarrà sì orripilante ad aeternum, ma risulta decisamente più umano e altruistico lasciare ora che raddoppiare l’agonia in futuro.
Verdetto finale ("pasquanico"): che sfrangimento de cabasisi!
"Ma chi me l'ha fatto fa' de continua' a sorbirme sta roba?"
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