Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film
PRIMA SERATA TV SU RAI 1 IL 22 DICEMBRE 2020
VISTO SU RAI PLAY NEL DICEMBRE 2020
Parenti serpenti al tempo di un Natale di tanti anni fa. Un dramma familiare con una sequenza di spunti umoristici e al tempo stesso amari, di una conflittualità teatrale che è tratto distintivo dell’opera del grande Eduardo De Filippo. Da cui - da una pietra miliare di quell’opera - in occasione del centoventesimo anniversario dall’anno di nascita proprio del drammaturgo figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta - è tratto questo film “per la televisione” (lungo appena un’ora e quaranta) di Edoardo De Angelis, a sua volta remake del precedente del 1977 (la prima versione per la Rai è del 1962), che fu girato su un palcoscenico di teatro, con tanto di sipario fra un atto e l’altro.
Dramma eduardiano, come detto, in tre atti - scritto nel 1931, concepito per la sola rappresentazione teatrale ben ricostruita di recente in una scena dell'ottimo I fratelli De Filippo del 2021 - in questa moderna versione filmata, è stato girato all’interno di un appartamento napoletano con le poche scene d’esterno realizzate sempre nel capoluogo partenopeo. Per il resto la sceneggiatura scritta da Massimo Gaudioso (anche suo lo script de La stranezza, nelle sale in questi giorni) e dallo stesso De Angelis, ricalca quasi alla perfezione la versione originale, la qual cosa è al tempo stesso il pregio di quest’opera e il suo limite. Pregio quando soddisfa la componente nostalgica dei cultori di Eduardo con la riproposizione delle sue situazioni e delle sue battute; limite quando questa forma di omaggio all’inimitabile drammaturgo non riesce a replicare l’essenza dell’opera con eguale naturalezza e leggerezza.
Chiamati, inevitabilmente, a riprodurre le gesta di due mostri sacri della recitazione quali Eduardo stesso, nei panni ciancicati dell’inconsapevole Luca “Lucariello” Cupiello e Pupella Maggio in quelli dell’insofferente moglie Concetta Cupiello, sono Sergio Castellitto (nel 2021 protagonista del suo Il materiale emotivo), che per l’ottima parlata napoletana attinge anche dalle proprie origini meridionali (padre di Campobasso) e Marina Confalone (David di Donatello 1985 e 2002 per le parti in Così parlò Bellavista e in Incantesimo napoletano), napoletana doc che giovanissima, nella versione del ’77, ebbe il ruolo della vicina di casa pettegola che nel drammatico finale si riunisce in casa Cupiello con altre persone per tenere compagnia all’affranta Concetta.
Castellitto e Confalone, nonostante le difficoltà dell’impegno, escono vincitori dalla sfida con l’illustre passato, seppure con i limiti sopra evidenziati. In particolare i due interpreti d’oggi hanno la sensibilità di evitare l’imitazione vera e propria e si affidano alle capacità e all’esperienza per esprimere il personaggio con sufficiente verosimiglianza, ma senza strafare e scadere in una posa caricaturale.
Una sfilza di comprimari è selezionata dal casting per le parti di contorno. Meritano menzione: Adriano Pantaleo (alle direttive di De Angelis anche nella commedia Sabato, domenica e lunedì, 2021) e che qui fa Tommasino, il figlio sfaticato ma furbetto in sterile guerra con lo zio paterno; Tony Laudadio (anche lui con lo stesso regista prima in Indivisibili [2016] e poi nello stesso Sabato, domenica e lunedì) che è proprio zio Pasquale, fratello di Lucariello, sempre irritato per qualcosa e fin troppo vittimistico col giovane e dispettoso nipote; Pina Turco (sorta di musa ispiratrice di De Angelis e protagonista di altri due suoi film, tra i quali Non ti pago [2021], anche lì al fianco di Castellitto) è Ninuccia, figlia dei Cupiello, sposa forzata e ribelle, in liaison con Vittorio Elia, personificato da Alessio Lapice (nel cast dell’atteso Diabolik - Ginko all'attacco! dei fratelli Manetti, al cinema dal prossimo 17 novembre), giovane distinto e determinato a vivere il proprio amore; Antonio Milo (Rosanero nel 2021), infine, è Nicolino, arricchito e grezzo marito di Ninuccia il quale, scoperta la love story segreta, non la prende bene, stranamente…
Anche questo Natale, in casa Cupiello, “si è presentato come comanda iddio, con tutti i sentimenti”, quelli buoni ma anche quelli cattivi. I parenti serpenti strisciano fuori, vengono allo scoperto proprio per la più attesa delle festività, quella più esposta all’ipocrisia della recita degli affetti familiari. Anche se, va sottolineato, i cattivi di Eduardo non son certo degli assassini, come quelli raccontati da un altro maestro della commedia drammatica quale fu Mario Monicelli (il capolavoro Parenti serpenti, 1992, guarda caso sempre con Confalone fra i protagonisti), ma non si può non pensare che il maestro romano non avesse studiato a fondo anche l’eredità lasciata da De Filippo.
Questo nuovo Natale in casa Cupiello è un film da vedere, magari poco prima delle festività ormai alle porte. Per imparare e capire. Magari sorridere, seppur con asprezza. E poi provare a essere migliori, non solo per Natale ma per sempre. Voto 7,3.
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