Regia di Daniel Chong vedi scheda film
Dopo l’ennesima bravata, Grizz, Panda e Ice Bear vengono scacciati da San Francisco; saranno deportati in tre differenti zoo. Scappano perciò verso il Canada, credendo che saranno ben accolti almeno là. La fuga naturalmente sarà piena di imprevisti.
Dopo quattro stagioni e un successo crescente, la saga dei tre orsi (grizzly, bianco e panda) della serie tv We bare bears (Siamo solo orsi, in Italia) diventa un film; l’inevitabile passo verso il grande schermo è però un passo falso. In genere questo tipo di operazione mira a espandere il pubblico del piccolo schermo, eppure la direzione intrapresa in questo film pare quella opposta: restringere la fruibilità dell’opera all’audience dei più piccoli; rispetto agli episodi televisivi – assolutamente godibili anche per gli adulti – mancano qui infatti le battute sagaci e i toni scanzonati che portano talvolta a incontrare – incontrare, eh: appena sfiorare, senza mai approfondire o problematizzare - anche argomenti sulla carta spinosi come povertà o razzismo. È tutto, insomma, eccessivamente blando, come a voler ricercare un politicamente corretto assoluto nel quale neppure una parola è fuori posto o per lo meno equivocabile; di conseguenza la trama vive di stereotipi (la fuga, il nemico alle calcagna, la terra promessa, l’amico infiltrato fra i nemici…) e si sviluppa in maniera prevedibile, non mostrando elementi originali neppure per il prodotto televisivo, tanto da lasciare il pubblico inevitabilmente un po’ deluso. Il ritmo è sufficiente, la durata non altrettanto: 68 minuti in tutto, titoli di testa e di coda compresi; il regista è (per la prima volta) Daniel Chong, ovverosia il creatore del cartone animato. 4,5/10.
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