Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Horror elegante, ma di poco spessore.Polanski in tono minore
Boris Balkan, un editore e bibliofilo newyorkese, commissiona a Dean Corso, alias Jonny Deep, esperto, commerciante di libri antichi e rari, che si procura con mezzi spesso poco legali, per poi rivenderli a prezzi salati, a ricchi amatori, un'indagine delicata, per appurare se un antico testo esoterico presente nella propria collezione privata, precedentemente appartenuta ad Andrew Telfer ,morto suicida nella scena iniziale,sia veramente originale. Non è un capriccio, perché si tratta di un testo fondamentale ”Le nove porte del Regno delle Ombre”, scritto e stampato nel 1666 da Aristide Torchia, un esoterista giustiziato sul rogo dalla Santa Inquisizione,in quanto Balkan è convinto che il documento originale, gli permetterebbe addirittura di evocare Satana in persona e conquistare così immortalità e invincibilità. Siccome possiede solo uno dei tre soli esemplari superstiti, non persuaso che sia quello originale, sguinzaglia dunque Corso in giro per l’Europa alla caccia degli altri due manoscritti, in cambio di un lauto compenso Tuttavia il viaggio di Dean, non è una passeggiata di salute,rischia spesso la sua pelle ed è funestato da misteriose e inspiegabili morti ,a quanto pare, tutti quelli che vengono a contatto con il libro “maledetto” fanno una brutta fine, peraltro è evidente che c’è anche qualcun'altro che ambisce a possedere quel manoscritto, evidentemente disposto a tutto e Corso si troverà suo malgrado, coinvolto in una intricata e pericolosa situazione. Finale un tantino cervellotico, con una doppia possibile spiegazione e due chiavi di lettura, che ovviamente, non si svelano. Tratto dal romanzo Il club Dumas di Arturo Pérez. Trattandosi di un film di Polanski che ne ha scritto anche la sceneggiatura, le aspettative erano molto alte e soprattutto la critica che conta, all’epoca della sua uscita, fu decisamente aspra nei giudizi. L'autore ripropone temi a lui consoni e cari: l’impari lotta del singolo individuo contro il mondo irrazionale che lo circonda e lo travolge, il fascino dominante e assoluto del Male, il sesso nella sua accezione più “nera” e perversa, la “femme fatale”, l’humour misto all'orrore, il soprannaturale “diabolico” che s’inserisce nella quotidiana esistenza, corrompendola e connotandola di un’aura inquietante e angosciosa. Tuttavia a fronte di tematiche potenzialmente intriganti, il cineasta polacco, approfondisce poco e confeziona, sfruttando appieno l'eleganza sinistra delle location e la bellezza ambigua e ammaliante della moglie Emmanuelle Seigner, un film formalmente raffinato, ma di scarso spessore.
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