Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Roman Polanski è stato sempre attratto da storie che riguardono l' esoterico, il rapporto dell' uomo con il male o con il diavolo, storie che si diramano tra misteri e inquietudini. Ne La nona porta ritroviamo queste tematiche ma ci accorgiamo anche che qualcosa non funziona. Le atmosfere ci sono, la storia è misteriosa al punto giusto, gli attori sono bravi (soprattutto Johnny Depp) ma qualcosa non torna. Il meccanismo non è ben oliato. Qualcosa si perde e ci distrae, qualcosa stanca e non inchioda allo schermo. La scelta di far interpretare il diavolo a Emmanuele Seigner è affascinante, anche per l' inquietante bellezza dell' attrice, ma il risultato si perde, non trova la sua giusta via di espressione. Alcune battute sono prevedibili e i dialoghi in certi casi sono troppo didascalici. Il male, quello vero, rimane nascosto, non esce fuori, non fa scattere i meccanismi diabolici che poi sono propri anche dell' essere umano. Sembra che al diavolo basti una scopata, quella che Emmanuelle Seigner si fa con Johnny Depp, per essere appagato. Possibile che sia tutto qui?
La storia che si struttura come un giallo esoterico venato di horror ricorda un pò le indagini che si compivano nei primi film di Dario Argento e lo spunto di un detective di libri è interessante. Anche il mistero racchiuso nelle tre versioni delle nove porte è molto affascinate. Ma come ho detto il film non trova mai la sua vera strada, rimane prigionerio di se stesso. Roman Polanski questa volta non riesce a centrare in pieno il suo obiettivo forse perchè i demoni che pervadono la sua anima hanno bisogno di altre porte per poter uscire fuori.
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