Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Uno sgangherato yakuza di quartiere (anche se il capo quartiere mi è sembrata più la moglie…) accompagna un bimbetto dolcemente paffutello alla ricerca della madre.
L’atipico road movie che ne segue è spesso tirato per i capelli anche se si fa seguire senza fatica, Kitano impersona il bulletto da redimere e svirgola a più riprese sopra le righe, anche se la scena in piscina mi ha fatto scompisciare e le tre stelle se le guadagna praticamente lì. Se non incontrasse tutti personaggini con l’aureola, i suoi modi cafoni gli causerebbero ben altri guai che non il solo pestaggio al luna park, al termine dell’ennesima smargiassata, ma del resto, descrivere una personalità con l’accetta è la maniera più facile per evolvere poi dal melodramma pecione (la visita alla mamma in casa di riposo, la discesa dell’angioletto campanellino dal cielo o il desiderio di diventare il papà di Masao accanto alla sua vera mamma… sai le risate poi, quando veniva a saperlo la moglie/yakuza…) al rianimante lieto fine.
Perlomeno siamo lontani dalle iperboli di Dolls
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