Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Semplicemente un film da vedere, continuamente permeato da un alone di poesia che anche la buona colonna sonora contribuisce ad alimentare. Ottimo il Kitano regista ma non da meno l'attore.
Metti uno yakuza un pò suonato (lo stesso Kitano nella parti del mafioso giapponese di mezza tacca Kikujiro), un bambino in cerca della madre, ed una serie di personaggi più o meno pittoreschi che incontrano lungo la loro strada, e ne esce uno dei più bei ritratti del rapporto adulto-bambino nella storia del cinema. Grazie anche alle trascinanti musiche di Joe Hisaishi ed alla magistrale capacità di Kitano di fondere comico e tragico meglio ancora che in altre sue pellicole come "Sonatine" e "Violent Cop" (e pochi anni dopo l'esperienza completamente diversa di "Getting Any ?") il film è un inno alla magia e purezza dell'infanzia che il protagonista cerca, in maniera spesso maldestra, di preservare distraendo il bambino dalla triste realtà della mancanza di una famiglia e dall'impossibilità di riuscire a ricrearne un'altra. Si ride e si piange in egual misura, in un film che è poesia e disincanto con quel tocco particolare che solo Kitano sa infondere.
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