Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Non ho parole! Takeshi e’ un genio. Sara’ un caso che i tre maggiori cineasti del nostro tempo (Lynch, Sokurov, Kitano) sono tutti influenzati dalla pittura? Il cinema di Kitano e’ sempre stato impreziosito da digressioni, intermezzi, tempi morti, momenti di distensione. In questo film, la digressione diventa la cifra stilistica dominante, anzi essenziale. E’ un armonioso, colorato e poetico collage di digressioni, che tendono a una buffoneria certamente naif, ma sempre ispirata. E’ una galleria di invenzioni, una piu’ sorprendente e deliziosa dell’altra. Un “kid-movie” incentrato su due “gemelli” di due generazioni diverse, entrambi buffi, solitari, abbandonati dalle rispettive famiglie, dalle proprie radici. Due malinconici e chapliniani “ousider”, alla ricerca della figura materna, in un viaggio che via via assume i toni, i colori e le cadenze di una fiaba surrealista, di un percorso di formazione(per il piccolo)/ricognizione(per l’adulto) che richiede l’impiego della fantasia per esorcizzare una realta’ amara e disperata.
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