Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Spalti, colori sociali, slogan, contumelie, striscioni, eroi in mutande, geometrie ineffabili del pallone, estasi del gol, aspettativa del classico “13” miliardario, idoli, decoder, foto, sagome a grandezza naturale, tifo. Vivere, discutere, vaneggiare, soffrire e esultare di calcio è il rito pagano di tutti i tifosi. La commedia antica era fatta dai vigili, dai vedovi, dagli scapoli, dai seduttori, dai tartassati e dalle altre categorie sociali e professionali, quella moderna, firmata Neri Parenti e De Laurentiis, ha come protagonisti figure trasversali di animali metropolitani, ribaldi e clown. È obbligatorio, in nome di una par condicio da botteghino, miscelare dialetti, volti noti da grande e piccolo schermo, ipotetici scaglioni di reddito (medico, pilota d’aereo, taxista, ladro), equivoci e dialoghi dai sapori forti (parolacce, battute fulminanti e divertenti, deformazioni del lessico), recitazione sopra le righe. Scene da moviola: De Sica travestito da aquila laziale, Boldi che, di nuovo, si finge “lupacchiotto” romanista, Abatantuono nei panni di Zebrone il “terrunciello” juventino in trasferta a Parma, il “ magico” Maurizio Mattioli e Maradona, sformato dal sovrappeso, che palleggia.
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