Regia di Joe Johnston vedi scheda film
Vedere un oggetto luminoso nel cielo non di origine naturale bensì costruito dall'uomo nell'America degli anni '50 (era lo Sputnik) poteva evocare in alcuni qualche incubo sulla guerra fredda coi sovietici o invitare qualcun altro a fantasticare sui prodigi del genio umano capace di sfidare la legge di gravità. A Coalwood, una cittadina cresciuta intorno ad una miniera di carbone, ove tutti i maschi sanno che andranno a lavorare a meno che non diventino campioni di football (per dirigersi verso un percorso universitario), il giovane Homer scopre il fascino dei razzi e cerca di caprine il funzionamento e poterne far volare qualcuno. Il suo mito è Herbert von Braun e il suo sogno è quello di andare a lavorare alla NASA. Ma suo padre, con modi bruschi e apparentemente insensibili, cercherà di farlo "volare" basso, perchè non si illuda di poter sfuggire a un destino che sembra pre-determinato.
Un film sul diritto ad avere dei sogni e sulla opportunità di poterli seguire anche se - in fondo lo sappiamo - solo "uno su mille ce la fa".
Un film sulla incomunicabilità che a volte divide le generazioni: un padre e un figlio che desiderano la stessa cosa (dare un senso alla propria vita) ma usano punti di vista diversi che li portano a confliggere piuttosto che a cooperare.
Una storia che scorre fluida, con una vena ottimistica di fondo, piena di buoni sentimenti e che - una volta tanto - lascia allo spettatore delle legittime speranze sul futuro. Tanto più sapendo che è tratta da una vicenda reale.
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