Regia di Stephen Norrington vedi scheda film
Primo capitolo della saga del "Diurno" Blade, è un film dimenticabile, prevedibile e qua e là anche abbastanza noioso. Un grande Wesley Snipes non riesce a salvare un film anonimo e girato senza spina dorsale né anima.
Sia chiara una cosa: io questo primo capitolo della saga di "Blade" l'ho visto soltanto per poter gustarmi meglio il secondo di Del Toro. Eh sì, da buon completista del grande Guillermo (e da completista in generale, visto che non mi piace proprio lasciare qualcosa a metà) ho visto questo "Blade". O per meglio dire, me lo sono sorbito.
Non mi aspettavo tantissimo: questo film l'avevo già visto alla tenera età di undici anni, e ricordo che anche allora mi aveva profondamente deluso e annoiato, ma, chi lo sa, sempre meglio riprovare, magari questa volta mi sarebbe piaciuto di più.
Guardo chi è il regista e il nome che leggo è quello di Stephen Norrington, autore che vanta come ultimo film alla regia quel floppone colossale che fu "La Leggenda degli Uomini Straordinari", film che a quanto pare diede il colpo di grazia anche al grandissimo Sean Connery, che subito dopo il fallimento di questo progetto si ritirò dalle scene (guarda che coincidenza).
E le cose non vanno assolutamente meglio con questo "Blade" che, nonostante le numerose critiche positive che ho trovato e che rispetto (Morandini ed Ebert su tutti), proprio non mi va giù.
La trama è riassumibile in poche parole: Blade, guerriero metà uomo e metà vampiro, dà la caccia ai vampiri cattivi.
Stop.
Oltre ad alcune scene più movimentate e che possono incuriosire/divertire c'è poco altro.
"Sì, ma in questo film viene utilizzata per la prima volta la tecnica del Bullet Time, che verrà poi ripresa in Matrix" potrebbe dire qualcuno. E la mia risposta è un secco "no".
Non basta che ci siano delle scene che possono divertire o che si veda un pazzo che schiva i proiettili al rallentatore. Un film è fatto anche di altro, un film è fatto di anima, di sentimenti, di ritmo, e io personalmente non mi posso accontentare di un paio di combattimenti girati anche senza particolare brio o di un vampiro coi capelli lunghi che perde sempre il braccio sinistro. Ci vuole altro, ci vuole quell'identità che ogni film deve necessariamente trovare per poter rimanere scolpito nella mente e nel cuore dello spettatore, e qui di identità non ce n'è neanche l'ombra, complice anche un regista molto inesperto che dirige senza personalità e si affida a due botte date di santa ragione e a un bullet time.
Cos'è questo film? Un cinecomic? Un horror? Un film d'azione?
La realtà è che quello che ho visto è un gioco fracassone, superficiale e anche piuttosto scontato, senza colpi di scena memorabili né scene che valga la pena ricordare.
Sì, perché le scene lì per lì che le vedi possono anche piacere o risultare volendo anche innovative, ma poi, quante di queste ti accompagnano una volta che il film è finito? Nessuna direi io. E ciò è testimoniato dal fatto che io sto scrivendo questa recensione a caldo (cosa non da me) proprio per evitare di scordarmi questo film, che sinceramente dà veramente poco allo spettatore.
E la rabbia sale ancora di più perché invece questo film avrebbe le carte in regola per dare qualcosa allo spettatore: gli spunti potenzialmente suggeriti dalla storia dell'ammazzavampiri Eric Brooks (in arte Blade) sono tanti, ma la pellicola non ne sviluppa in modo sufficiente nessuno.
Facciamo qualche esempio. Whistler, l'amico fraterno di Blade, è malato di cancro, ma quest'amicizia fraterna non si vede proprio nel passare dei minuti, e questo perché l'alchimia tra Wesley Snipes e Kris Kristofferson, che presi singolarmente recitano comunque benissimo, proprio non c'è. E così quando i vampiri conciano per le feste Whistler e Blade perde una parte di se stesso noi dovremmo piangere, ma non si piange, proprio perché almeno io questa grande amicizia non riesco a coglierla dal film.
Ancora, Blade è un mezzo vampiro invincibile che, pur aborrendo i vampiri, condivide con loro la sete di sangue. E questa sete di sangue la vediamo alla fine col povero Wesley Snipes che, dopo aver bevuto il sangue della dottoressa, fa degli urli comici dando altre stellette all'infantilità di questa pellicola.
Questo intendo quando dico che non c'è anima nel film, e che è tutto basato su un montaggio frenetico che dopo un po' dà anche noia e su degli effetti speciali a mio giudizio neanche particolarmente riusciti (i vampiri a cui viene sparato diventano cenere e di loro rimane uno scheletro fatto malissimo in digitale che poi scompare anch'esso, questo è il film...)
Se invece la fotografia e le musiche sono belle, e su questo non ho niente da dire, gli attori fanno alti e bassi.
Stephen Dorff nei panni del cattivo proprio non funziona: è anonimo e non dà spessore al suo personaggio. Più che il più terribile dei succhiasangue sembra Justin Timberlake durante il Super Bowl (come presenza scenica e incapacità a recitare...). La dottoressa invece, più che un'attrice cazzuta, sembra la quarta componente delle TLC, e lo sviluppo del suo personaggio è veramente poco credibile: un attimo prima è lì lì per mettersi a ballare e cantare "No Scrubs", poi inizia ad ammazzare vampiri e ne cuoce senza pietà uno un po' in sovrappeso (scena veramente brutta e di cattivo gusto).
Una nota positiva la merita invece Wesley Snipes, che invece è bravissimo e, sebbene l'alchimia con Kristofferson funzioni il giusto, dà uno spessore e una forma al personaggio di Blade veramente da plauso. Altro grandissimo attore è Udo Kier, amato tedescone troppo poco utilizzato nel cinema, e che qui muore in maniera oltraggiosa con tanto di mie grida di disappunto.
Snipes e Kier funzionano alla grande, il resto meno.
Un'altra cosa che funziona abbastanza è l'invenzione finale dell'esplosione del super cattivone, che assume una forma simile all'angelo grasso spellato del video di "Heart Shaped Box" dei Nirvana. Bello, ma non sufficiente, specialmente se per arrivare allo scialbo combattimento finale bisogna sorbirci un pre-finale privo di ritmo come questo, in cui Blade ritrova la madre, perde il sangue, il tutto condito da dialoghi puerili e inconcludenti.
A me non è piaciuto, fatte salve pochissime cose, tra cui alcune risate (non volute) che però sono assicurate.
Fa schiantare la scena in cui Dorff vola una bambina cinese sulla strada e questa verrebbe irrimediabilmente uccisa da un camion se Blade non facesse il super scatto alla Tortu per salvare la piccola. E non capisco perché nessuno si accorga mai di niente in queste situazioni.
"I came to cut you up, I came to knock you down, I came around to tear your little world apart"
(Dorff che cerca di spaventare Wesley Snipes)
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