Regia di Ian Mune vedi scheda film
Dopo l’eclatante successo di “Once Were Warriors” di Lee Tamahori, uno dei film più belli e rabbiosi degli ultimi anni, era lecito attendersi un sequel. Anche perché l’autore del romanzo alla base del film, Alan Duff, aveva messo in cantiere un seguito, intitolato “What Becomes of the Broken Hearted?”. Eccolo dunque, “Once Were Warriors 2”, e mentre Tamahori cerca riscatto a Hollywood dopo l’imbarazzante “L’urlo dell’odio”, un veterano del teatro e della Tv neozelandese, Ian Mune, mette mano alla macchina da presa. Cosa succede, dunque, ai cuori spezzati? Niente che non si sappia già: Jake continua a spaccare la faccia a chi lo guarda storto nei bar, uno dei suoi figli si mette nei guai con una banda di trucidi teppisti e la “guerriera” Beth (Rena Owen), dopo aver vinto la sua sfida con la vita, compare solo per cinque minuti che valgono da soli il prezzo del biglietto. Il resto? Inutile. Nonostante Temuera Morrison continui ad essere una piacevole furia (ma perché aprire alla redenzione/conciliazione del finale?) e un’atmosfera brutale che ogni tanto non dispiace. Ma la vicenda è farraginosa e il film senza qualità.
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