Regia di Ruben Östlund vedi scheda film
I vari personaggi che sembrano così differenti tra loro e ben inquadrati nei "piani alti e piani bassi" (cfr. Gosford Park di Robert Altman), in realtà condividono molto più di quanto credono: una profonda, ineluttabile solitudine. E allora non ci resta che gridare tutti insieme: "IN DEN WOLKEN!". Sperando che qualcuno ci ascolti. Voto: 7,5
Tempo fa partecipai a una giornata esperienziale in un parco preistorico. Dopo aver armeggiato per ore con legnetti, esche e pietre focaie, compresi che, se fossi nato all'Età della Pietra, l'unica mia speranza di sopravvivenza sarebbe stata: sposare la fuochista del villaggio. Le idee geniali sono destinate a essere copiate e, infatti, è proprio su questa intuizione di fondo che Ruben Ostlund mette in scena una storia assai stravagante, che inizia negli ambienti più raffinati ed esclusivi dell'alta moda e delle crociere di lusso, per terminare nell'abiezione e nel degrado. I temi di fondo per certi versi ricordano Snowpiercer di Joon-ho Bong e i suoi vagoni di prima, seconda e ultima classe. Qui, però, il contrasto tra chi ce l'ha fatta (i super-ricchi) e chi li deve servire e invidiare (tutti gli altri) non accende la scintilla della violenza cieca, piuttosto ingenera una serie di eventi grotteschi e demenziali che arriveranno per puro caso a capovolgere la situazione.
Tuttavia, non si intravede nessuna salvezza, nessuna redenzione. I vari personaggi che sembrano così differenti tra loro e ben inquadrati nei "piani alti e piani bassi" (cfr. Gosford Park di Robert Altman), in realtà condividono molto più di quanto credono: una profonda, ineluttabile solitudine.
E allora non ci resta che gridare tutti insieme: "IN DEN WOLKEN!". Sperando che qualcuno ci ascolti.
Voto: 7,5
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