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Not to Be Unpleasant, But We Need to Have a Serious Talk

Regia di Giorgos Georgopoulos vedi scheda film

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La recensione su Not to Be Unpleasant, But We Need to Have a Serious Talk

di alan smithee
6 stelle

TAORMINA FILMFEST 66 - INDIEUROPEA
Aris è un giovane, rampante e scaltro manager di successo, pronto a tutto pur di riuscire a mantenere la cresta dell'onda che da tempo ha raggiunto, scalando i vertici aziendali dell'impresa ove lavora.
Da sempre donnaiolo impenitente, viene ridimensionato per quanto attiene la sua concitata attività sessuale quando lo si scopre portatore di un virus che risulta rivelarsi mortale per le donne con cui egli ha avuto contatti sessuali.
Pertanto, al fine di riuscire a trovare un vaccino che consenta di debellare una malattia di cui egli appare come il paziente zero, Aris è costretto a ripercorrere, prima con la memoria, poi fisicamente, un percorso a ritroso che lo conduca di storia sessuale in storia sessuale fino alla prima partner, onde poter ricostruire le dinamiche di un contagio che pare senza soluzione, almeno per la specie di sesso femminile.

L'occasione fornisce all'uomo la possibilità di rivedere e ridiscutere un costume di vita che, anche al di fuori della sfera sessuale, lo individua come capo branco disposto a tutto pur di affermare la propria autorità sul branco.
L'opera prima di Giorgios Georgopoulos ripercorre le fobie e gli impulsi inquieti tanto cari alla più recente scuola di cinema greca, in qualche modo influenzata dalle tensioni finanziarie di un paese che, pur spesso sull'rlo del baratro, riesce comunque quasi sempre a trovare una via per salvarsi dalla fine, data sempre per certa ed imminente. Ostentando la belva che si racchiude dentro di noi e ci rende come predatori famelici asetati di possesso, sia in campo professionale che per quanto riguarda la propria pace dei sensi, peraltro insaziabile e dunque irraggiungibile, inappagabile.

Il film, spigoloso e ostico come il carattere del suo cinico protagonista, disposto dalle circostanze a mettersi tuttavia poco per volta in discussione, è una commedia sferzante e dura, stilisticamente anche attraente e costruita con una verve ironica e acida che sa accattivare quel tanto per accodarsi tra la schiera della nuova onda cinematografica greca, inquieta e viva grazie anche alle tensioni persistenti che nascono da un'economia in bancarotta, e si diffondono verso ogni risvolto di quotidianità, pregiudicando serenità e quieto vivere.
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