Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
"Un bambino rosso con gli occhi verdi? E' un semaforo". Pieraccioni è un uomo finito. E' evidente a tutti che, nel semaforo, il verde e il rosso non si verificano mai contemporaneamente: ecco perchè il meccanismo della risata irreparabilmente salta (innervosendo alla lunga lo spettatore), ecco perchè la sceneggiatura di Veronesi e Pieraccioni non può funzionare (troppo fuori dalla realtà, troppo autocompiaciuta) ed il regista/attore toscano, con questo quarto lavoro, dimostra una volta per tutte di essere un incapace. Il suo cinema, anzichè migliorare, con il tempo si involve: la trama è sempre più minima e risibile, i personaggi sempre più trasparenti, si ride sempre di meno ed il tasso zuccherino nella storia è da diabete. Per non parlare di quanto potrà mai essere stato speso in telefono, per una storia in cui le situazioni e i dialoghi non fanno che chiamarsi forzatamente fra di loro, in un tripudio di pretestuosità e prevedibilità. Non c'è Ceccherini, ma c'è Hendel: molto più bravo, ma anche relegato invidiosamente al margine della vicenda, con le sue quattro gag con cui entrare ed uscire immediatamente di scena (e umiliare palesemente il 'comico' protagonista). Quantomeno questo Pesce innamorato (fastidioso già dal titolo, ma come si fa?!?) incassò qualche palata di miliardi in meno dei precedenti misfatti pieraccioniani.
Uno scrittore di favole trova un editore, un pacco di soldi, una casa nel bosco ed una belloccia con cui andarci a vivere.
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