Una miniera che dà da vivere ad una intera comunità; un caposquadra di nome Kacper è da tempo innamorato della bella ed inquieta moglie del suo collega ed amico Oskar, che non disdegna per nulla le attenzioni dell'uomo. Quando Kacper decide di incaricare il suo amico di una missione in una zona molto interna della miniera, approfittando della sua assenza per incontrare con più calma la consorte, ecco che il minatore viene coinvolto in un crollo, e gli amanti superstiti devono decidere di fare i conti con la coscienza, o con l'opportunità che l'eventuale decesso dell'uomo può fornire alla loro relazione clandestina.
Belle atmosfere noir che la location particolare accentua e rende ancora più affascinante, per un film che ricorda le situazioni torbide de Il postino suona sempre due volte e Brivido caldo.
La regista polacca Monika Jordan-Mlodzianowska non è (ancora) né Rafelson, né Kasdan, ma si impegna ad imbastire un noir che, pur tutt'altro che nuovo, risulta, almeno a tratti, piuttosto intrigante.
Un thriller dei sentimenti che sfrutta una ambientazione lontana da ogni contesto contemporaneo come risulta essere quella del villaggio di campagna che vive dello sfruttamento della miniera come ai tempi dei coloni delle nuive terre d'oltreoceano.
Riuscendo ad imbastire un gioco ad incastro di sentimenti e desideri, coscienza ed impulso, in grado di riuscire a risultare curioso proprio o soprattutto in quanto fuori tempo massimo o plausibile.
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