Regia di Alessandro Di Robilant vedi scheda film
Una città del Sud - Reggio Calabria ? - alla fine degli anni ’80. Storie di truffe e di imbroglioni, di tangenti che finiscono nelle pance di polli pronti a essere “sp(i)editi” ad assessori e politici corrotti. Siamo prima di Tangentopoli, e il malaffare impera. Coi ritmi e gli stilemi da commedia all’italiana degli anni ‘60. Già, perché l’ambizioso progetto di Alessandro Di Robilant (“Il giudice ragazzino”) era proprio quello di rinverdire i fasti dell’acida commedia di costume. E in parte ci riesce, aiutato dall’origine di un libro importante per il Sud d’’Italia come “La città dolente” di Agatino Licandro e Aldo Varano; e soprattutto da una squadra d’attori in cui Aldo Maccione soverchia ogni concorrente. Dean Martin, sui titoli di testa, canta “Mambo Italiano” e non si riesce più a tenere il conto di quanti film italiani recenti abbiano usato e sfruttato i ritmi del “sincopaticissimo” ballo tornato di moda. Beppe Fiorello ricorda il Giannini di “Sesso matto”. Di Robilant rincorre troppo la Wertmüller che fu e il Germi sedotto e abbandonato. Troppa carne al fuoco, ma qualche graffiata lascia il segno (sul titolo deciso chissà da chi, stendiamo un pietoso velo).
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