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BAC Nord

Regia di Cédric Jimenez vedi scheda film

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La recensione su BAC Nord

di Furetto60
7 stelle

"Polar" teso e avvincente. Controverso il messaggio che veicola.

Tratto da una storia vera, questo adrenalinico “polar” racconta la storia di un gruppo di agenti della squadra anticrimine, la BAC, di Marsiglia. Yass, Greg e Antoine pattugliano la zona settentrionale della città, quella più calda e fuori controllo, dove lo spaccio è routine quotidiana e il quartiere è completamente nelle mani della criminalità organizzata. I tre operano con metodi poco ortodossi, ma incisivi, talvolta scontrandosi con i superiori; tuttavia i vertici della polizia sollecitati dal prefetto, reclamano un’azione antidroga esemplare. Così, gli agenti decidono di avvalersi della collaborazione di Antoine, un’informatrice che in cambio delle soffiate reclama un ingente quantitativo di droga e ovviamente la garanzia dell’anonimato. Il patto sembra funzionare e i tre con la loro squadra, riescono a mettere a ferro e a fuoco il quartiere incriminato, crocevia del traffico di stupefacenti, portando a buon fine un'importante retata di narco-trafficanti. Qualche tempo dopo, però  dopo  elogi e festeggiamenti, i “nostri” in seguito ad un'ispezione dell'IGPN, " sorta di polizia interna" che compie una plateale irruzione, vengono  arrestati e poi dopo un estenuante interrogatorio, accusati di illecita appropriazione di droga sequestrata, peraltro qualcuno al vertice fa il doppio gioco e non li aiuta, anzi ne prende le distanze; quando sono tradotti in carcere, i secondini non sono molto clementi e tantomeno per ovvie ragioni, gli altri detenuti. Il caso diventa di grande attualità e per Yann, Greg e Antoine inizia una terribile parabola discendente, sia umana che professionale; il finale che non si svela, non è propriamente un happy-end, ma restituisce quantomeno dignità ai protagonisti di questa dolorosa storia. Quarto film di Cédric Jimenez, vero e proprio western urbano, in patria è stato seguito da un polverone di accese polemiche. La storia come accennato all’inizio si ispira a fatti realmente accaduti nel 2012 a Marsiglia. Il regista spiega che quando si è verificato l’evento, gonfiato a dismisura dai media, si è recato nei luoghi che aveva frequentato da adolescente, per trarre ispirazione "zone abbandonate dallo Stato e che hanno i loro codici e la polizia non fa eccezione".  Il film prova a raccontare tutte le contraddizioni di questa vicenda e l'improvviso quanto inaspettato, cambio di opinione nei confronti dei poliziotti, "idolatrati come eroi in prima battuta e, da un giorno all'altro, trascinati nel fango e trattati come criminali” Difficile esprimere un giudizio obbiettivo sull’operato di questi agenti; il regista prova a porsi in posizione equidistante, tuttavia non gli sono mancate accuse da parte della stampa più progressista. Sorvolando sulla dimensione ideologico-politica, si possono apprezzare il dinamismo delle scene e le tinte noir di un intenso poliziesco-action, nonché l’ottima e realistica interpretazione degli attori.

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