Regia di Peter Hyams vedi scheda film
End of days propone uno Swarzy inizialmente simile a Mel Gibson in Arma Letale, luttuoso depresso alcolizzato e con manie suicide, mentre un demonio invisibile esce eruttando dal sottosuolo di New York e prende subito possesso del corpo (per lui solo un involucro per poter interagire con gli umani) di uno squalo di Wall Street, ed appena dopo, non si sa come e per quale motivo, se non per esigenze di spettacolo e diletto sadico, farà esplodere l’intero ristorante in cui è avvenuta la presa di possesso del corpo. Se questo è solo l’inizio potete immaginarvi il resto, spettacolo pirotecnico assicurato, con azioni a ritmo concitato ma mai frenetico. Swarzy verrà coinvolto nella storia in quanto ex poliziotto divenuto mercenario della sicurezza con l’incarico di proteggere proprio lo squalo di Wall Street, in cui si è incarnato il demonio. Gli ingredienti demonologici ci sono tutti, dall’antipasto al dessert, per non farsi mancare niente degli stereotipi, simbolismi e credenze del genere, visti in un miriade di film con lievi varianti interpretative e nella dinamica delle azioni. In questo caso il valore aggiunto è senz’altro costituito dall’aver ingaggiato Swarzi, l’unico che nell’immaginario collettivo made in USA ha gli attributi per contrastare il demonio. Il casting è stato indubbiamente efficace nella scelta degli attori, con visi appropriati al ruolo, in particolare la ragazza (Robin Tunney) destinata a copulare suo malgrado col maligno per generare l’Anticristo (mai sentita questa storiella?), una specie di pulcino non ancora svezzato, dal viso dolce ed innocente, apparentemente fragile, coccolata fino ai vent’anni da uno stuolo di servi di satana per poter adempiere alla sua missione, a sua insaputa (come certi politici …). Pulcino che però alla prova dei fatti, quando è messa in pericolo di vita da una setta clericale cattolica che la vorrebbe eliminare, tira fuori gli artigli e si difende con un’abilità ed agilità come raramente si vede una donna farlo in qualsiasi film. Le altre donne invece sono tutte vulnerabili ed ammaliate dal fascino del bel tenebroso satanasso (Gabriel Byrne) non appena le sfiora o le degna di uno sguardo sensuale. Un po’ troppo scontato e banale il modo in cui gli autori hanno concepito le battute ed il comportamento “umano” del demonio, compreso il peggior e più abusato stereotipo dello psicopatico che uccide repentinamente i suoi servi non solo per aver fallito ma anche solo per avergli causato disappunto. Sarebbe legittimo domandarsi in proposito per quale cavolo di motivo siano così numerosi gli stolti che si pongono al servizio di simili individui, che siano in carne ed ossa o frutto dell’immaginazione fideistica. Il film è la conferma delle migliori aspettative su Swarzy, che fino all’ultimo al posto del crocifisso preferirà riporre fede nelle armi da fuoco, solo lui può infatti competere con il demonio nel causare esplosioni ed incendi di proporzioni gigantesche con effetto pirotecnico e devastazione incorporata, da mettere in difficoltà anche satanasso. Quest’ultimo ormai esasperato dovrà abbandonare il suo involucro umano ormai inutilizzabile e mostrarsi in tutto il suo splendore terrificante e da incubo, mostruosamente concepito dagli autori in modo efficace e suggestivo, una specie di gigantesco ibrido tra alien, vampiri, demoni, creature delle tenebre, ecc.. Infine solo uno Swarzy che ha ritrovato la vera fede abbandonando le armi da fuoco (che lo avrebbe mai pensato?) potrà sconfiggerlo. Forse la più impegnativa interpretazione di Swarzy, sicuramente la più mistica. Voto finale 5,5
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