Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Leigh ha preso a sorpresa un argomento anomalo, per come noi siamo abituati a vedere nei suoi film; una storia vera di una coppia del mondo teatrale fine secolo 1800, epoca vittoriana perfettamente inserita nel suo spirito, ne ha raccontato un momento delicato, cioè un momento di crisi fra gli autori, per poter descrivere ed entrare nelle storie sconosciute delle regole teatrali, riuscendo a comporre ritratti e fatti in maniera curiosa, ma vera senza mai lasciare quel tocco di ironia che la storia stessa impone e quindi bilanciandosi benissimo fra gioco teatrale e realtà, che parte con rapporti fra autori, produzione, attori, costumisti, coreografi, musicisti e così via. Il mondo è quello dell’operetta, genere che aveva attratto la fascia grosso del pubblico di allora in maniera maniacale e partecipante, un universo fatto di storie leggere e musicalmente piacevoli, che spesso si ripetevano nelle loro regole drammaturgiche, contemplando poche varianti. Proprio questa, quasi, immobilità, mette in crisi il musicista, che ormai da anni segue i copioni del suo autore, che dopo una vacanza reagisce in maniera inaspettata e decisamente in rotta con lo status quo che si è ormai verificato. La crisi darà lo stimolo giusto, dopo rivolte e discussioni, per dare una svolta al genere ed affrontare un argomento totalmente diverso, che susciterà gli imbarazzi e le crisi dell’intera compagnia. Ecco che il regista approfitta di questo momento per entrare dentro al meccanismo ed è qui che emerge la sua indagine in accordo con la tipologia del racconto, quindi con un tono mai drammatico, ma ironico, anche sopra le righe in stile british. Si assiste allora ai battibecchi, estremamente corretti fra la coppia degli autori, la produzione che ha tutto l’interesse di arrivare al risultato finale, le prove che mettono in crisi gli attori che si devono attenere ad un contesto di storia ben diverso, le correzioni non condivise, ma che poi vengono accettate, i capricci dei primi attori, che non vogliono allontanarsi dai loro standard; insomma una commistione di situazioni, che il regista ha ben aggregato ed il divertimento non tarda a venire. La durata del film è discretamente lunga, ma il tempo non conta quando il film ha un suo filo conduttore naturale che lo richiede in via naturale, il film non ebbe un gran successo di pubblico, anche se l’investimento scenico c’era.
una storia che sorprende per il regista che sappiamo
una bella regia in un clima diverso
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