Nella Londra vittoriana del 1880, il drammaturgo William Gilbert e il compositore Arthur Sullivan sono celebri compositori di operette. I due sono entrati in crisi per mancanza di idee. Sullivan, scoraggiato dall'insuccesso, vorrebbe abbandonare il mondo dell'operetta per dedicarsi alla musica classica. A Londra, nel frattempo è scoppiata la passione per l'arte ed i costumi orientali, e a Gilbert viene l'ispirazione per una nuova opera, cui darà il titolo di "Mikado".
Note
Un film sorprendente, delizioso e arguto. La sorpresa nasce dal fatto che, rispetto ai precedenti film dell'autore, qui le ansie personali sono nascoste e dissimulate dai costumi e dalle sottili e perfide schermaglie verbali. La delizia nasce dalla ricostruzione, tutta in interni, di un capitolo prezioso di storia dello spettacolo. L'arguzia nasce dalla capacità di dare alla creatività e all'ispirazione la sana concretezza del lavoro.
Leigh abbandona i film d'impianto umanistico-sociale contemporaneo e realizza un film "musicale", nientepopodimenoché sulle star dell'operetta di fine XIX secolo Gilbert & Sullivan. ricostruzione musicale impeccabile, come raramente si vede (e ode) al cinema. attori e regista in gran forma. una delizia. da accoppiare a Il boy friend di Ken Russell.
Mike Leigh abbandona per una volta i temi a lui più cari e quel che ne esce è un prodotto dalla confezione lussuosa ma per nulla appassionante. Grandi scenografie, costumi bellissimi, attori anche molto bravi - per me Timothy Spall è sempre un piacere vederlo recitare, anche in una parte così ristretta - ma la storia del compositore e del musicista che abbandonano un… leggi tutto
Leigh ha preso a sorpresa un argomento anomalo, per come noi siamo abituati a vedere nei suoi film; una storia vera di una coppia del mondo teatrale fine secolo 1800, epoca vittoriana perfettamente inserita nel suo spirito, ne ha raccontato un momento delicato, cioè un momento di crisi fra gli autori, per poter descrivere ed entrare nelle storie sconosciute delle regole teatrali, riuscendo… leggi tutto
Perché un regista come Mike Leigh fa un film del genere? È credibile sostenere, come qualcuno ha fatto, che vi sia continuità tra questo e i film precedenti del regista? Secondo me questa continuità non esiste, a meno di non voler definire “socialista” qualsiasi film che preveda il lavoro di un collettivo di persone. L’unica scena che mi pare in… leggi tutto
“Finisco le mie lettere dicendo Écr. l’Inf. [= Écrasez l’Infâme, schiacciate l’infame (il Fanatismo Religioso)], così come Catone diceva sempre Delenda Carthago! [=…
Leigh ha preso a sorpresa un argomento anomalo, per come noi siamo abituati a vedere nei suoi film; una storia vera di una coppia del mondo teatrale fine secolo 1800, epoca vittoriana perfettamente inserita nel suo spirito, ne ha raccontato un momento delicato, cioè un momento di crisi fra gli autori, per poter descrivere ed entrare nelle storie sconosciute delle regole teatrali, riuscendo…
Mike Leigh abbandona per una volta i temi a lui più cari e quel che ne esce è un prodotto dalla confezione lussuosa ma per nulla appassionante. Grandi scenografie, costumi bellissimi, attori anche molto bravi - per me Timothy Spall è sempre un piacere vederlo recitare, anche in una parte così ristretta - ma la storia del compositore e del musicista che abbandonano un…
Perché un regista come Mike Leigh fa un film del genere? È credibile sostenere, come qualcuno ha fatto, che vi sia continuità tra questo e i film precedenti del regista? Secondo me questa continuità non esiste, a meno di non voler definire “socialista” qualsiasi film che preveda il lavoro di un collettivo di persone. L’unica scena che mi pare in…
VOTO : 6,5.
Leigh abbandona per un attimo le tematiche a lui care, per offrire un’opera che guarda altrove.
Una coppia di compositori, dopo anni di grandi successi, accusano un preoccupante vuoto creativo.
Ne usciranno grazie all’idea vincente di guardare verso l’oriente e così otterranno nuovamente il riscontro da parte del pubblico.
I costumi e le scenografie…
Il fascino infinito del palco, le prove, le quinte, i camerini... quante volte il teatro è stato usato dal suo cugino ricco e moderno, il cinema? Quante volte la rappresentazione teatrale è stata fatta oggetto a sua…
2 premi Oscar, una Coppa Volpi strameritata per il bravo Broadbent e un gran dispendio di mezzi; ma nonstante la solita bravura di Leigh il film non ha anima: il racconto è bello e interessante, ma i personaggi di Leigh non sono amati come sempre e non coinvolgono nè appassionano completamente. Tutto sommato un occasione perduta.
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Commenti (2) vedi tutti
Leigh abbandona i film d'impianto umanistico-sociale contemporaneo e realizza un film "musicale", nientepopodimenoché sulle star dell'operetta di fine XIX secolo Gilbert & Sullivan. ricostruzione musicale impeccabile, come raramente si vede (e ode) al cinema. attori e regista in gran forma. una delizia. da accoppiare a Il boy friend di Ken Russell.
commento di giovenostaPomposo, noioso e fin troppo confuso… ho resistito venti minuti e mi sono inesorabilmente ingubbiato…
commento di RageAgainstBerlusca