Regia di Frederik Louis Hviid, Anders Ølholm vedi scheda film
Film per molti versi gemello del bellissimo “I miserabili” di Ladj Ly, col quale condivide la carpenteriana frenesia nella gestione degli spazi e nella costruzione della tensione. Oltre, ovviamente, a una trama che prescinde dalla brutalità razzista della polizia nei quartieri periferici, tema attualissimo e fonte di ottimi esemplari cinematografici recenti (cito “American Skin” di Nate Parker). Tra i quali “Shorta” è sicuramente il più maschile, il più ruvido e il più scopertamente orientato al genere.
Un poliziesco urbano solidissimo e adrenalinico, dove il male è ambiguo e la moralità costantemente messa in discussione. Tutto è lodevole: scrittura, regia, interpretazioni, la geometrica descrizione dei luoghi, il crescendo di tensione inesorabile, con momenti quasi horror (la terribile scena del cane) e un’atmosfera via via più apocalittica.
Un film di sguardi e di corpi, in costante rilancio di colpi di scena e con una sensibilità tragica penetrante.
Decisamente tra i migliori film del 2020.
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